Le Prigioniere Politiche Palestinesi

Gli occhi vedono la luce…

nonostante il buio delle celle…

generazione dopo generazione…

Benchè il numero delle Prigioniere Politiche palestinesi sia considerevolmente minore dei periodi precedenti, giovani e donne vengono arrestate in continuazione, i loro bisogni specifici negati e i loro diritti violati costantemente.
Mentre la questione delle Prigioniere Politiche quasi scompare di fronte alle migliaia di prigionieri politici palestinesi, le loro condizioni sono certamente peggiori.
 Le prigioniere sono detenute in carceri che si trovano tutte fuori dal territorio amministrato dall’Autorità palestinese, questo in violazione dell’Articolo 76 della IV Convenzione Di Ginevra. Le celle sono piene di insetti (dagli scarafaggi, ai topi, a fastidiose piccole mosche), le lenzuola vengono cambiate raramente (puzzano quando si arriva in cella). Non ci sono supporti ginecologici, e nemmeno è possibile accedere a cure specialistiche. Per fare pressioni le donne palestinesi vengono a volte tenute in sezioni con criminal offenders in violazione dell’Articolo 85 Delle Nazioni Unite sulgli standard minimi per il trattamento dei prigionieri (Untired Prisoners shall be kept separated from convicted prisoners).

Alcuni dati

900 donne sono state arrestate dal 2000, 15000 dal 1967 al 2011, 3000 durante la prima Intifada, dal 1987 al 1994; 21 sono ancora detenute (Marzo 2014). Le carceri usate per detenerle sono tutte in territorio dell’entità occupante, in violazione all’articolo 76 della IV convenzione di Ginevra (Occupying Power must detain residents of occupied territory in prisons inside the occupied territory): Damon-HaCarmel (Carmel Mountain–Haifa), HaSharon (Tell Mond-Jafa), Neve Tirza Prison (Ramleh–al Quds), e i centri di interrogatori e transito di Kishon (Al-Jalameh–Haifa), di Salem, di Askelon e altri ancora.